Dialoghi sacri e profani per la pace

Contro la spirale distruttiva della guerra, dell’odio e della violenza, per un futuro ispirato al supremo valore della fratellanza universale

La pace come cammino
di don Tonino Bello

[…] Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire
che la pace non è un dato, ma una conquista.
Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno.
Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo.

La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia.
Esige alti costi di incomprensione e di sacrificio.
Rifiuta la tentazione del godimento.
Non tollera atteggiamenti sedentari.
Non annulla la conflittualità.
Non ha molto da spartire con la banale “vita pacifica”.

Sì, la pace prima che traguardo, è cammino.
E, per giunta, cammino in salita.
Vuol dire allora che ha le sue tabelle di marcia e i suoi ritmi,
i suoi percorsi preferenziali ed i suoi tempi tecnici,
i suoi rallentamenti e le sue accelerazioni. Forse anche le sue soste.

Se è così, occorrono attese pazienti.
E sarà beato, perché operatore di pace,
non chi pretende di trovarsi all’arrivo senza essere mai partito, ma chi
parte.

Col miraggio di una sosta sempre gioiosamente intravista,
anche se mai – su questa terra s’intende – pienamente raggiunta.

Questi sono i versi finali di una poesia di don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta e presidente del movimento internazionale Pax Christi fino alla scomparsa, avvenuta nel 1993: un grande testimone del sacro e supremo valore della pace e un illuminato messaggero del dialogo interreligioso, per costruire insieme all’altro da noi dei profondi ed efficaci percorsi di dialogo e di condivisione, nel solco di quella fratellanza universale invocata il 4 febbraio del 2019 da Papa Francesco e dal grande imam di Al-Azhar, Ahamad al-Tayyeb, siglando negli Emirati Arabi il “Documento sulla fratellanza umana per la pace e la convivenza comune”.

Ancona, 13 dicembre ‘92: a destra don Tonino Bello, a sinistra don Albino Bizzotto dei “Beati i costruttori di pace”, di ritorno da Sarajevo

Una convivenza comune che, tuttavia, in questi ultimi anni è stata messa a dura prova a causa, soprattutto, dei conflitti bellici e sociali che stanno insanguinando molte parti del mondo, ad iniziare dalla guerra in Ucraina fino ad arrivare all’attuale conflitto israelo-palestinese e che stanno provocando una strage abnorme di civili innocenti. Non dimenticando le sanguinose dispute regionali e territoriali in molti paesi dell’Africa e dell’America latina, che colpiscono in particolar modo una popolazione civile già provata dalla povertà e dalla mancanza di risorse per sopravvivere.

Perciò è più che mai urgente e necessario invocare il valore della pace, un imperativo morale che deve risuonare tra tutti noi non già come un vuoto richiamo retorico, ma come reale costruzione di un cammino di civiltà e di concordia tra tutti i popoli della Terra, contro la barbarie della guerra. Una pace giusta, che riconosca le responsabilità e che agisca per superare tutti i conflitti, “privilegiando – come afferma Papa Francesco nell’esortazione dell’Evangeli gaudium del 2013 – le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, finché fruttifichino in importanti avvenimenti storici”.

Ed ecco allora che è fondamentale riunire attorno ad una stessa ‘Tavola’, oltre alle istituzioni politiche, tutte le confessioni religiose con i loro rappresentanti, affinché si avvii quel dialogo e quel confronto che abbia come finalità quel pluralismo religioso e culturale indispensabile per una coesistenza armonica e pacifica tra le persone e le loro comunità di appartenenza.

Bandiera della pace portata da Capitini nella prima marcia Perugia-Assisi, attualmente custodita presso il comune di Perugia (Wikimedia Commons)

Un dialogo che deve, comunque, scaturire dal cuore – come osservava il Cardinal Martini, promotore attento, autorevole e instancabile del dialogo interreligioso – e non già, solamente, dal confronto tra esperti. Perché, poi, il dialogo è necessario convertirlo in azioni, in iniziative di pace, mettendo al centro del proprio operato le persone, soprattutto quelle che soffrono maggiormente il disagio sociale.

Infatti, la pace – com’è scritto e confermato in molti atti, documenti e dichiarazioni dei maggiori rappresentanti delle singole confessioni religiose – deve sempre essere accompagnata da altri valori, quali la libertà, la solidarietà, la giustizia sociale, la tolleranza e il rispetto, associandosi tutti ai principi civili e democratici dei popoli e delle nazioni.

Una pace che fonda la sua radice comune su alcuni concetti fondamentali sia per le principali religioni monoteiste e non, sia per l’èthos che nutre molti principi e valori civili e laici, concetti che attengono alle caratteristiche fondamentali dell’uomo di pace, ovvero la mitezza, quale tratto caratterizzante l’umanità dell’individuo; il sacrificio inteso come dono, scambio, corrispondenza a livello superiore e non ultimo l’amore, che abbraccia un po’ tutte le fedi e le concezioni religiose e laiche, quale intima relazione tra l’uomo e Dio e tra l’uomo e l’universo dei suoi simili.

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  • Padre Enzo Fortunato, Direttore della Comunicazione della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano
  • Imam Yahya Sergio Yahe Pallavicini, Vice Presidente della Comunità Religiosa Islamica Italiana (COREIS) e imam della Moschea al-Wahid di Milano
  • Rav Eliahu Alexander Meloni, Rabbino Capo della Comunità ebraica di Trieste
  • Alberto Camerotto, grecista dell’Università Ca’ Foscari di Venezia
  • Lorenzo Biagi, docente dello IUSVE di Venezia
  • Mons. Michele Tomasi, Vescovo di Treviso
  • Mario Conte, Sindaco di Treviso
  • Padre Oliviero Svanera, Custode del Convento San Francesco di Treviso
  • Raffaele Vertucci, Associazione culturale Finnegans / L’Albero del Bene
  • Alessandra Coin, Presidente della Comunità di Sant’Egidio del Veneto ODV e membro della Presidenza nazionale

Al termine dell’incontro ci sarà un buffet offerto dalla Scuola professionale ‘Lepido Rocco’ di Lancenigo

L’incontro si terrà presso la Sala Fratello Sole del Convento, con entrata dietro alla chiesa.

L’ingresso è libero. Per informazioni: 340 9741769



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