LG Insieme portate avanti il progetto ‘theatrum phonosophicum’. Che cos’è?
SH Il theatrum phonosophicum è il ‘teatro’ della phonosophia, che noi intendiamo come ‘conoscenza attraverso il suono’. Il theatrum phonosophicum un progetto di ricerca e di vita che incoraggia a creare spazi esperienziali in cui antichi saperi della Tradizione si coniugano con pratiche sperimentali (‘lecture-performance’, install’Azione, sound art, acusmatica, deep listening etc.). Una conoscenza non solo libresca dunque, ma esperita attraverso i sensi. Da qui l’aspirazione alla sintesi delle arti, al Gesamtkunstwerk (dal teatro greco antico a Richard Wagner e alle avanguardie). Fulcro centrale del theatrum phonosophicum è l’ascolto inteso come Seinserfahrung (‘esperienza dell’essere’) e il confronto antropologico col Suono, con i suoni nello spazio ovvero con il ‘paesaggio sonoro’ e gli archetipi acustici.
LS La parola ‘phonosophia’ la scoprì casualmente in un articolo su Morton Feldman. In maniera fulminea capì che era il termine che cercavamo per definire appropriatamente il nostro lavoro. Entrambi, sia io che Shushan, veniamo dalla cosiddetta ‘musicologia’, ma questa disciplina – così come viene oggi accademicamente intesa – ci stava sempre più stretta. Ad un certo momento scoprimmo che il termine phonosophia era già stato utilizzato in epoca barocca, quale neologismo, dal padre gesuita Athanasius Kircher, grande e bizzarro erudito, tipico del suo tempo… L’ascolto, come esperienza dell’essere, è il fulcro nevralgico della phonosophia: l’ascolto in senso lato, come ascolto sinestetico del mondo, del tutto in perenne movimento, della polifonia degli eventi nello spazio.
SH Nell’età barocca la parola theatrum sta ad indicare una visione generale di una disciplina, la rappresentazione di un sapere. A partire dalla metà del secolo sedicesimo il termine theatrum fungerà da titolo per una mole sterminata di volumi. Non v’è campo dello scibile che possa sottrarsi alla teatralità: v’è un theatrum botanicum e un theatrum anatomicum, un un theatrum chemicum e un theatrum memoriae, un theatrum instrumentorum e persino un theatrum fungorum…
LS Quest’ultimo sarebbe tanto piaciuto a John Cage! Furono trattati di carattere enciclopedico, con l’aspirazione a mostrare spettacolarmente la summa del sapere accumulato in una certa disciplina. È ciò che tentiamo di fare anche noi col theatrum phonosophicum.
LG Qual è stato l’impulso decisivo che come persone di cultura vi ha spinto ad intraprendere questa strada?
LS Come detto, entrambi veniamo dalla musicologia. Per dieci anni ho insegnato all’Università di Colonia, dove anche Shushan ha studiato e poi condotto dei seminari per alcuni semestri. Tuttavia trovammo sempre più sterile il mondo accademico, non ci sentimmo più a nostro agio. Poi, con la crescente digitalizzazione, il linguaggio gender e la superfetazione dei popular music studies, si andò di male in peggio. In generale abbiamo sentito lo iato profondo tra la maggior parte degli universitari e la vita. Eravamo alla ricerca di un ‘sapere vissuto’. Si era stanchi di tenere soltanto conferenze, scrivere saggi specialistici e partecipare a convegni. Non era abbastanza. Cercavamo una ‘teoria della prassi’. Il theatrum phonosophicum è una specie di strumento filosofico… laddove la filosofia è però intesa nell’etimo: come amore, come ‘amore per la sapienza’; e inoltre: filosofia come ‘arte della coscienza’, come ‘tecnica pratica dell’esserci’. Avendo avvertito sempre di più i limiti di un lavoro puramente teorico-speculativo (che pur rimane nobilissimo e necessario), è sorto il bisogno di un pendant azionistico… È nato il bisogno di vivere la filosofia attraverso i sensi. Un grande modello, tra i tanti altri, è il ‘philosophe-artiste’ Peter Kubelka. La parola ‘sapere’ e la parola ‘sapore’ sono etimologicamente connesse. Un sapere per essere tale deve appunto ‘sapere’ di qualcosa, avere sapore. Così invece di tenere soltanto lezioni o conferenze, abbiamo cominciato a fare lecture-performance, azioni o ‘install’Azioni’ sonore, coadiuvate pure da una serie di podcasts ‘radiofonici’. Una lecture-performance è per noi una narrazione, una forma ibrida tra la conferenza e il rituale poetico, in cui vengono utilizzati anche strumenti musicali, suoni registrati, diversi oggetti, sostanze e cibi. Non si vuole soltanto parlare di un tema, bensì di farlo esperire immediatamente agli spettatori. Una ‘lezione performativa’ non vuole soltanto ‘in-formare’, trasmettere un contenuto, bensì un’esperienza, una forma; essa vuole innanzitutto ‘trans-formare’… Sempre di più ci piace la frase di John Cage: “I like it better when something is being done than when something is being said”.
LG Chi o – ancor meglio – che cosa volete raggiungere col vostro progetto?
LS Come disse una volta Mary Bauermeister: ogni esistenza è un ‘unfinished project’… Se vogliamo ‘raggiungere’ qualcosa? Sì, vogliamo condurre noi stessi e gli altri ad una ‘vita più viva’. Come dice anche il grandissimo scrittore contemporaneo Giuseppe Montesano: è leggendo, ascoltando, a contatto con le opere d’arte, che si diventa veramente vivi. (Vedi i suoi Lettori selvaggi o Come diventare vivi). Dunque soprattutto attraverso il suono arrivare ad un risveglio di tutti i sensi. Si tratta di una ricerca ontologica. Idealmente il theatrum phonosophicum è un progetto senza fine. Desideriamo coinvolgere sempre più persone, per condividere certe esperienze: e non solo con parole, ma corporalmente, sensualmente, nello SPAZIO.
SH Ci fa piacere raggiungere persone a cui il nostro lavoro può essere d’aiuto per sviluppare il proprio potenziale creativo.
LG Dal 21 al 23 ci sarà ad Attigliano, in Umbria, il Festival PHONOSOPHIA. Con questo Festival intendete promuovere una nuova cultura del suono e del silenzio (‘total listening’). Come nasce questa idea e come si può comunicare la conoscenza attraverso il suono?
SH Sì, ad Attigliano, in cooperazione con l’Istituto Simmetria – Fondazione Lanzi, tra pochi giorni inaugureremo il primo Festival PHONOSOPHIA, una festa per la ‘conoscenza attraverso il suono’. Il Festival ha luogo in occasione del solstizio d’estate e della notte di San Giovanni. Ci sta molto a cuore celebrare ritualmente sia il giorno che l’anno. Per i solstizi e gli equinozi ci piace organizzare degli eventi, delle feste, delle azioni del theatrum phonosophicum. Nel corso degli ultimi anni abbiamo avuto diverse ‘long-durational performance’, fino a quattro ore col Parziwal + ~ ~ ~ H.N. e con Akróasis. Dalla cicala a Maria Callas… – oppure, sempre a Yerevan, financo 24 ore con Fabula. Adesso si tratta per la prima volta di un festival, ovvero di una ‘festa’ che durerà tre giorni interi. Le lunghe durate sono molto importanti per l’approfondimento dell’esperienza, per immergersi. Avremo differenti formati di eventi: lecture-performance, ‘sound walk’, passeggiate notturne, install’Azioni, rituali sonori, conferenze, dibattiti, letture poetiche. Il programma dettagliato lo si trova sul nostro sito sia in italiano che in inglese:
https://theatrumphonosophicum.art/projects/festival-phonosophia-21st-23rd-june-attigliano/
LS Il Festival viene realizzato al Simmetria Institute di Attigliano, che è un luogo speciale, di forte suggestione (https://www.simmetriainstitute.com/it/). L’Istituto è un centro di ricerca e un museo: il Museo dei Miti, dei Riti e dei Simboli. Una impressionante collezioni di opere d’arte di diverse culture ed epoche! La biblioteca comprende più di 8000 volumi: soprattutto letteratura pitagorica, ermetico-alchemica, ma anche tanti libri di filosofia (occidentale e orientale), mitologia, storia, matematica, geometria, mistica eccetera. Si tratta di un luogo dove si coltiva l’indagine olistica dell’uomo e delle tradizioni spirituali del mondo. In questo senso si potrebbe paragonare il Simmetria Institute alla Eranos Foundation di Ascona. L’Istituto di Attigliano è stato aperto nel 2020 grazie al suo ideatore e presidente Claudio Lanzi, instancabile studioso, editore e maestro di meditazione. Lanzi viene assistito con entusiasmo e dedizione dal suo team, dalla sua Fondazione. Un particolare ringraziamento va ad Assunta Fanuli, danzatrice e storica della danza (http://www.assuntafanuliatelier.com), la quale ha incoraggiato sin dal principio l’idea del Festival e che ci sostiene con la sua straordinaria energia organizzativa.
SH Possiamo dire qualcosa di più specifico sul programma… Dopo una nuova versione di Akróasis (omaggio a Marius Schneider) preparata appositamente per il solstizio d’estate come lectio inaugurale con suoni e momenti performativi, vi sarà l’inaugurazione della mostra Porte regali. Tavole di luce del maestro Nicola Cisternino, ispirata dalla filosofia mistica di Pavel Florenskij. A conclusione della serata della prima giornata si avrà poi l’‘install’Azione’ pianistica Qui il tempo diventa spazio… con Canio Fidanza: un rituale di iniziazione al continuum spazio-temporale di suono e silenzio ispirato da un celebre passo del Parsifal di Wagner.
Il secondo giorno si comincerà al mattino con una ‘passeggiata sonora’ dal giardino del Simmetria Institute fino al centro storico di Attigliano: alla ricerca dei miracoli acustici che ci circondano! Al pomeriggio avremo la conferenza di Bruno Binggeli, astrofisico svizzero dell’Università di Basilea, che ci parlerà dell’armonia delle sfere dalla prospettiva di uno scienziato del XXI secolo. Seguirà un simposio phonosophico sul tema ‘Paesaggio sonoro: ecologia acustica – ecologia della mente’. Dopo cena, alle 22, vi sarà una passeggiata notturna nel ‘Giardino Magico’ del Simmetria Institute, a cura del genius loci Claudio Lanzi.
Il terzo giorno comincerà con Preghiera per Attigliano (n.14) per 11 interpreti e instrumentarium rituale, azione sonora di Nicola Cisternino. Si svolgerà all’aperto, in un vasto paesaggio umbro, simile ad un teatro o un tempio naturale. Dagli anni Novanta il maestro Cisternino crea una serie di azioni sonore site-specific intitolate ‘Preghiere’, ispirate alla tradizione del buddhismo tibetano e alla mistica cristiana.
Al pomeriggio, dopo che Claudio Lanzi ci avrà parlato della ritmica dello spazio sacro (geometria come musica), ci sarà la lectio-magistralis del vulcanico Angelo Tonelli: Il Maestro segreto. Pitagora e la sapienza greca. Tonelli è il più grande grecista italiano di oggi, è traduttore, poeta, uomo di teatro e autore di numerosi libri. Fu allievo diretto di Giorgio Colli, e oggi dirige tra Lerici e Sarzana il suo Festival MythosLogos. È con Tonelli che la serata si concluderà, con un’Azione Pitagorica, una performance poetico-sonora insieme al theatrum phonosophicum. E poi… comincia la Notte di San Giovanni! Bisognerà accendere dei fuochi…
Lilly Gebert è una giornalista e scrittrice indipendente, redattrice della rivista svizzera “Die Freien”. Nota per il suo blog “Treffpunkt im Unendlichen” (Punto d’incontro nell’infinito).
Shushan Hyusnunts, musicologa e azionista sonora, ha ideato e svilupato Theatrum Phonosophicum insieme a Leopoldo Siano.
Leopoldo Siano, filosofo della musica e azionista sonoro, ideatore del Theatrum Phonosophicum, già docente di Musicologia presso l’Università di Colonia.
Immagine di copertina
Istituto Simmetria di Attigliano (TR)
Il programma dettagliato del Festival PHONOSOPHIA in italiano e in inglese: