Le religioni asciugano le lacrime. Testo di Gian Attilio Benedetti

Incontro interreligioso

Arzignano (VI), Teatro Mattarello. Domenica 21 aprile 2024.

17° convegno delle religioni. A cura del Centro Ecumenico Eugenio IV di Vicenza

Da sinistra, Sunil Kalsi – religione Ravidassia, Harmeet Singh – religione Sikh, Hemani Sharma – religione Induista, don Gianluca Padovan, delegato vescovile della Diocesi di Vicenza per il dialogo interreligioso

Cos’è la Religione… se non un Legame! 

Un legame con l’Eccelso Signore Iddio, o amore al Padre Nostro, che sta nei cieli, che messo in opera si riverbera nelle azioni umane. 

“Il Signore asciugherà le lacrime su ogni volto, e toglierà l’onta del suo popolo, la farà scomparire da tutta la terra, ché il Signore ha parlato” (Isaia 25, 8) – 750 a.C.

L’Apocalisse riprende il concetto così: 

“Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più morte, né lutto né grido, né pena esisterà più, perché il primo mondo è sparito”. (Ap. 21, 4) 

È interessante considerare il tempo di dilazione concesso all’operato umano, in relazione al conteggio divino, espresso nella Sacra Scrittura:

“Ma vi è una cosa, o miei cari, che voi non dovete ignorare, e cioè che, davanti al Signore un giorno è come mille anni, e mille anni come un giorno. Il Signore non tarda nel compiere la sua promessa, come qualcuno pensa; ma è paziente verso di voi, perché non vuole che alcuno perisca, ma tutti giungano al pentimento. … Ma noi attendiamo, secondo la sua promessa, <i cieli nuovi e la nuova terra>, in cui abiterà la giustizia…”. (2 Pietro 3, 8-13)

L’insegnamento primario fu necessariamente dato ad ogni popolo tramite un suo Profeta, che è: Colui Che Dio ha fatto Parlare a nome Suo. 

“Il Signore è il mio pastore, nulla mi manca: in pascoli verdeggianti mi fa riposare. Mi conduce ad acque di ristoro, ricrea l’anima mia, mi guida per retti sentieri, per amor del suo nome”. (Salmo 23, 1-3) (Re Davide vissuto circa 1000 a.C.)

Parlando nella veste di Pastore Universale, Gesù dice:

“Ho pure altre pecore che non sono di quest’ovile: anche quelle devo condurre, e ascolteranno la mia voce e si avrà un solo gregge e un solo pastore”. (Giovanni 10, 16)

Cos’è il Regno di Dio: “Esso è come un granello di senapa che, quando si semina in terra, è il più piccolo di tutti i semi… ma seminato che sia… cresce… e mette rami sì grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra”. (Marco 4, 31-32)

Un seme unificante e indivisibile che attuando il Piano Divino per l’umanità sarà fruttifero e asciugherà le lacrime del dissidio della malvagità e della guerra. 

La sacralità, implicita in ogni Religione, fornisce da sempre armonia tra i credenti; ma se si limita a parti separate ferma l’operosità della Parola divina, innescando il virus che rovina il frutto della concordia prima della possibile maturazione; si fa avversa al senso pratico ed etimologico della Religione, che è un’unità senza pregiudizi e senza limiti.

L’essere cristiano, cioè essere seguace di Cristo, non è avverso all’essere ebreo nel senso di essere seguace di Mosè, in quanto Gesù stesso disse agli ebrei che lo interpellavano: “Se credeste infatti a Mosè credereste anche a me; perché di me egli ha scritto. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?”.
Un amore da estendere ai Magi, zoroastriani, andati a celebrare la sua nascita a Betlemme, e agli islamici che, benché poco notorio, celebrano Gesù Cristo già dal VII secolo nel loro Libro Sacro che è il Corano, e questo non è un mero sincretismo, ma dà il vero senso alla civiltà, che ha avuto più sorgenti spirituali, e, alla fine, come implicito e previsto, tutte le sorgenti perverranno al mare unico, per dare testimonianza alle parole divine che attendono la divina promessa dell’“unico gregge e un Unico Pastore”; o del Suo regnointeso come Regno del Dio unico “come in cielo così in terra”.

Da sinistra, don Gianluca Padovan, Diocesi di Vicenza – don Davide Zanoni, Vicario della parrocchia Ognissanti di Arzignano (VI) – Alessia Bevilacqua, sindaco di Arzignano e Mons. Giuseppe Dal Ferro, presidente del centro Ecumenico Eugenio IV di Vicenza

Il grave trambusto acceso da oltre un secolo nel mondo, si va aggravando con l’uso di evolute tecnologie militari, ed esige una rapida congiuntura di tutti i credenti in Dio, l’Avvento degli ultimi giorni; o prevarranno le avversità, non essendo bastato l’accaduto di due guerre mondiali e di molte disgrazie passate o in corso con conflitti economici, religiosi, ambientali eccetera, operanti un po’ ovunque.

Ci aiuta la sinergia di alcuni passi scritturali presi da noti Testi sacri che, analizzati nel loro insieme evocano un cammino volto all’unità e quindi alla nascita della Pace, e del Regno di Dio auspicabile sul nostro pianeta:

Dio disse ad Abramo: “Ti moltiplicherò in modo stragrande, ti farò diventare molte genti e dei re usciranno da te. Stabilirò il mio patto fra me e te e i tuoi discendenti dopo di te, di generazione in generazione, come patto perpetuo, per essere Tuo Dio e dei tuoi discendenti dopo di te”. (Genesi 17, 6-7) 

Ebraismo – circa 1300 anni a.C. – “Io susciterò loro un profeta, come te, di mezzo ai loro fratelli e metterò le mie parole sulla sua bocca ed egli annuncerà loro tutto quello che gli avrò comandato. Se uno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, Io stesso gliene chiederò conto”. (Deuteronomio 18, 18-19)

Zoroastrismo: “Quando, o Mazdâ, verranno le albe splendenti dei giorni, quando, affinché il mondo faccia proprio l’ordine, con efficaci sentenze (si faranno valere) i disegni dei Salvatori? Chi sono coloro, ai quali il Buon Pensiero presterà il suo aiuto? A me, poiché da te io sono stato scelto per il compimento …”. (GâtâUshtavaiti; Y. 46. 1 sgg.)

Induismo o Sanâtanadharma: “Così ogni volta che l’ordine (Dharma) viene a mancare e il disordine avanza, io produco me stesso, per proteggere i buoni e distruggere i malvagi, per ristabilire l’ordine, di era in era io nasco.”. (Krishna; Bhagavadgita IV, 7-8)

Buddhismo: «Ananda uno dei Suoi discepoli gli chiese: “Chi ci sarà maestro quando Te ne sarai andato?”. Buddha replicò queste chiare parole: “Io non sono il primo Buddha venuto sulla terra, né sarò l’ultimo. Quando sarà giunta l’ora Ne sorgerà un altro … Egli vi rivelerà le stesse verità eterne che io vi ho insegnato, vi predicherà la Sua religione, gloriosa sul nascere, gloriosa nel culmine, gloriosa nella meta, secondo lo spirito e secondo la lettera”». (Sermon of the Great Passing)

Cristianesimo; Luca cap. 13, 31-34: «Si presentarono alcuni Farisei e gli dissero: “Parti, allontanati da qui, perché Erode ti vuole uccidere”. Rispose loro: “Andate a dire a quella volpe:… non è conveniente che un profeta perisca fuori di Gerusalemme”. «Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto radunare i tuoi figli, come la gallina i suoi pulcini sotto le ali… e voi non avete voluto». E… “Non crediate che io sia venuto ad abolire la legge o i profeti; non sono venuto ad abolire ma a completare”». (Matteo 5, 17)

Nei titoli che il Profeta Isaia attribuisce al Salvatore per il tempo della fine c’è quello di “Principe della pace” e…: “Lo zelo del Signore degli eserciti farà tutto questo” (Isaia 9, 5-6) e Gesù, diversamente da esegesi incoerenti, nega d’essere il Principe della pace dicendo: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra. Non sono venuto a portare la pace, ma la spada” (Mt 10, 34) e anche “Credete che io sia venuto a mettere la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione”. (Lc 12, 51)

Muhammad – Il Corano – Sura II, v. 136, riporta: «Dite: “Noi crediamo in Dio e in ciò che è stato rivelato a noi e in ciò che è stato rivelato ad Abramo, a Ismaele, a Isacco, a Giacobbe e alle tribù, in ciò che è stato dato a Mosè e a Gesù, in ciò che è stato dato ai profeti da parte del loro Signore, noi non facciamo alcuna differenza tra costoro, noi siamo sottomessi a Dio”. E ancora: “L’Inviato di Dio crede in ciò che gli è stato rivelato dal suo Signore e così tutti i credenti, ognuno crede in Dio, nei Suoi angeli, nei Suoi libri e nei Suoi inviati, tra i Suoi messaggeri non facciamo alcuna differenza, abbiamo udito e ubbidiamo, perdonaci, Signore nostro, tutti faremo ritorno a Te». (Sura II, v 285; – A cura di Alberto Ventura – Traduzione di Ida Zilio Grandi)

Casa di culto Bahá’i a Nuova Delhi (Wikimedia Commons)

Il Báb, precursore di Bahá’u’lláh; nell’Antologia del Báb p. 4- scrive: “Ogni Manifestazione non è che una rivelazione del Tuo Essere e con ciascuna di Esse siamo invero apparsi e c’inchiniamo adoranti innanzi a Te. Tu sei stato, o mio Amatissimo, e sempre sarai mio testimone, in tutti i tempi passati e nei giorni avvenire. In verità Tu sei Colui Che tutto può, il Sempre Fedele, l’Onnipotente”.

Misticamente o Amleticamente, Gesù dice fra altre Sue affermazioni: “Prima che Abramo fosse io ero” e però afferma: “Quando verrà Lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da sé stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà” e annuncia agli Apostoli: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Quest’insieme di frasi evangeliche, in apparenza antinomiche, formano con le altre prima citate, di altri Profeti, un percorso mistico e sono pensieri correlati a una realtà metafisica che indica un’attinenza a un saldo processo ordinato da Dio. Percorso che implica la nozione bahá’í di Rivelazione progressiva che collima col concetto d’Unico Salvatore, o Unico Dio, che lungo i millenni ha guidato con un’Unica Voce i cuori e i popoli; e ha unito e unirà con lo Spirito della verità – quell’afflato divino che travalica le ere – l’incessante filogenesi delle generazioni.

Anche questo raduno avvalora ogni singola persona e la sua Comunità, e ciò è d’auspicio a un mondo che sappia usare l’autostrada della fratellanza e della collaborazione, rimuovendo l’inutile dissociazione sia logistica che spirituale dai futuri confronti umani.

È utile capire in profondità quanto va accadendo nel mondo, rivisitando l’evangelica parabola dove Gesù avverte che tra il ‘Buon Seme, o Buon Grano’ dei Suoi Insegnamenti s’è sparso nottetempo loglio o zizzania, (Mt. 13, 24-43). Per zizzania s’intende la discordia, che nel corso di secoli e millenni s’è diffusa fra genti di fede diversa dalla propria. Ora è il tempo di sradicare quest’infida incoerenza e buttarla al fuoco, prima che il pregiudizio di qualsiasi tipo sopraffaccia tutto e tutti.

Visti al microscopio neanche due fiocchi di neve sono identici e la diversità ne celebra la bellezza. Ugualmente è la differenza fra gli esseri umani, e in tale diversità v’è molta ricchezza e tanta bellezza.

Vivendo in quest’epoca, dobbiamo molto ai nostri antenati per aver fondato Comunità di fidenti in Dio partendo da singole unità. Nei millenni passati ogni piccola o maggiore Comunità fu gioco forza limitata, e i viaggiatori per paesi lontani (Americhe e Oceania erano da scoprire) furono rari, e, unire villaggi o anche popoli, fu la conquista allora possibile, ma oggigiorno gli interscambi e gli affari internazionali sono all’ordine del giorno, e il cerchio dell’unità sia politica che economica, religiosa, ambientale, ecc. anela armonia per l’intero pianeta.

Casa di culto Bahá’i a Willmette (Illinois, USA) – (Wikimedia Commons)

In quest’epoca va celebrata la Religione trans temporale (cioè dei nostri predecessori e delle generazioni che verranno), trans nazionale o universale, che porti sicurezza tramite l’arbitrato internazionale e la pace internazionale, applicando l’armonia fra le religioni che timidamente emerge, e qui ne siamo una piccola testimonianza, che può aprirsi al calore perpetuo dell’amore in Dio che unisce i cuori, nella comunione dell’unità e nella diversità, multietnica e multiculturale, che va abbracciando il globo.

Celebriamo, quindi, i Fondatori delle Religioni ovunque siano praticate: l’induismo, il buddismo, l’islam, il cristianesimo, l’ebraismo, lo zoroastrismo, la fede bahá’í… e i vari importanti e disseminati gruppi di credenti, Comunità religiose sorte nel sangue dei rispettivi martiri che, donando la vita in coerenza al loro credo, miravano alla vera civiltà! Sconfessiamo quindi l’antico: “divide et impera”, “dividi e comanda” che ci fraziona e allontana. Comproviamo che, perseguendo l’unità, si brucia la zizzania, dissolvendo quell’inferno terreno e pestilenza che genera le guerre!

Per risolvere i proliferanti problemi, politici, economici, religiosi, ambientali, culturali… dobbiamo favorire l’amore divino… Nell’Antico Testamento v’è la vitale profezia: “facciamo l’uomo a Nostra immagine e somiglianza”. Una curatela che nella realtà, tramite il Testamento scritturale e spirituale stimola i talenti potenziali celati in noi, un invito non esclusivo a ebrei o cristiani, o buddisti, o induisti, o islamici o bahá’í ecc…, in quanto nessuna di tali denominazioni cinque millenni fa era già attribuita. 

Oggigiorno abbiamo i mezzi per giungere all’unità, che nulla ha a che vedere con l’uniformità. L’unità non è un amalgama che impasta tutti come un salame; ma il collaborare usando i diversi aspetti dei nostri talenti e delle nostre culture.

Attualmente pochi confidano in Dio e molti presumono che le munificenze di Dio siano cessate. Se riflettessimo su questo tema, scopriremo che di fatto ciò sarebbe una negazione della Divinità, perché la realtà del Dio dell’universo è legata all’effusione dei Suoi doni e del Suo amore per le Sue creature e per l’umanità; amore che nella Sua saggezza contempla anche errori e sordide nostre negligenze, richiamando allora il singolo e le comunità con crescenti moniti al timor di Dio, trilli di tromba,* (vedi apocalisse: 7 chiese, 7 sigilli, 7 trombe, 7 segni, 7 calici), che segnalano baratri e strade errate, per poter rinvenire la via giusta. E se torneremo ai Suoi consigli: “Ecco il tabernacolo di Dio fra gli uomini! Egli abiterà con loro: essi saranno il suo popolo e Dio stesso dimorerà con gli uomini. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più morte, né lutto, né grido, né pena esisterà più, perché il primo mondo è sparito”. (Apocalisse 21, 3-4)

La visione bahá’í della Guida divina progressiva, considera i Messaggeri tutti e i Loro Insegnamenti come un’unica scuola organizzata da Dio per l’umanità intera, del presente, del passato e del futuro e non v’è alcun tipo di dominio d’una Fede sull’altra nel Regno di Dio, poiché il percorso unitario è stato e resterà fondamentale nel susseguirsi delle generazioni e alcun Insegnante e nessuna età della vita ha supremazia, anzi, gli insegnanti del tempo dell’infanzia vanno probabilmente più amati e celebrati, in quanto hanno fondato l’essenza spirituale che è alla base di tutto, in terra o in altri mondi divini. Riguardo al processo della Rivelazione, l’ultima ha sempre elementi di chiarezza e novità adatti alla costruzione della maturità collettiva, altrimenti non sarebbe l’ultima. “Così gli ultimi saranno i primi e i primi, ultimi”. (Matteo 20, 1-16)

Simbolo bahá’i della connessione tra Dio e l’umanità attraverso le Sue manifestazioni (Wikimedia Commons)

Il nocciolo di questo discorso indica la funzione della Fede bahá’í che non è un credo a parte, ma esalta il ruolo avuto da Tutti e l’uguale finalità nel costituire la scala di realizzazione dell’unità del genere umano, sotto la Guida di un solo Pastore, sempre l’unico Dio, il quale è il promotore e l’Artefice dell’universo intero, il Padre Eterno, inarrivabile a tutto e a tutti, anche agli Stessi Messaggeri, che da sempre sono Sue Creature, ma essendo Suoi totali Fiduciari e Portavoce, sono a noi umanità infinitamente superiori.
 

La difficile meta relativa al progetto del Regno di Dio, dissolvente le gravi criticità che attualmente minacciano tutti, è nella pace internazionale e nell’arbitrato internazionale.

Questo concetto unitario, portato da Bahá’u’lláh, prevede più condizioni di base:

  1. Ogni tipo di imposizione va ripudiato in ambito religioso e idem in ambito bahá’í, che coltiva un chiaro rispetto per tutti e per il concetto di maggioranza e per l’autorità costituita; motivo per cui in Iran i Bahá’í pur perseguitati dal Governo in carica, subiscono anche il martirio, cercando però ogni via legale e leale per far cessare ogni sopruso.
  2. La libera e indipendente ricerca della verità, in ogni campo, civile o religioso, è ritenuta fondamentale; quindi l’applicazione di leggi bahá’í, che – secondo le Rivelate e corroboranti Scritture bahá’í – tendono all’unità e alla pace, legge che sarà funzionante quando i Bahá’í in un Paese saranno la maggioranza, che comunque sempre avranno cura per le minoranze, ma qualsiasi dirigenza al mondo volesse utilizzare i principi bahá’í, ci troverà sempre felici e collaborativi.
  3. Il fondamento della pace internazionale e dell’arbitrato internazionale vedrà di necessità nascere, perfezionare o rinascere, degli organismi politici, partendo da singole Nazioni che dovranno costituirsi unite su basi di pari dignità, giustizia e rispetto per i diritti umani. 

“La terra è un solo paese e l’umanità i suoi cittadini”: un preciso concetto che disposto da Bahá’u’lláh annuncia istituzioni civili legate alla pace internazionale e all’arbitrato internazionale, fissate nelle Scritture bahá’í, a principi cardine che sommariamente sono:

  1. Un ONU interamente paritario di tutte le nazioni, una sorta di Stati Uniti del Mondo, con un Governo federale 
  2. Un solo Tribunale Internazionale per risolvere eventuali diatribe tra gli Stati
  3. Un solo esercito, a salvaguardia della pace, alle dipendenze del futuro Governo federale e del Tribunale internazionale, istituzioni che dovranno essere condivise e imparziali, e che permetteranno il disarmo del mondo in piena sicurezza
  4. Una lingua ausiliaria alla lingua materna, da scegliere collettivamente, per facilitare la comunicazione tra persone e popoli.
  5. Una sola moneta e un sistema monetario comune
  6. L’istruzione universale obbligatoria
  7. Un sistema uniforme e universale di pesi e misure
  8. Una scrittura mondiale e una letteratura mondiale
  9. La ricerca di soluzioni spirituali per i problemi economici
  10. La compartecipazione dei lavoratori agli utili dell’azienda in cui operano
  11. Armonia fra scienza e religione
  12. Parità di diritti e doveri fra uomo e donna

Oltre a questo modello di nuovo mondo, che riguarda tutti gli abitanti del pianeta, la Comunità mondiale bahá’í s’è via via organizzata dopo la sua nascita come Comunità religiosa con delle strutture governative interne rivelate nelle Sacre Scritture e che sono: La Casa Universale di Giustizia, le Assemblee spirituali Nazionali e le Assemblee spirituali Locali; e una serie di altri istituti. Istituzione già elette da molti anni con un sistema elettorale senza candidatura e senza propaganda, in spirito di preghiera, che evoca negli elettori i talenti adatti al mandato in tali Istituzioni; e che si pensa in futuro ispireranno e collaboreranno con le politiche civili del Commonwealth di Nazioni confederate che si formerà.

Casa Universale di Giustizia bahá’i, Haifa, Israele (Wikimedia Commons)

Vado a concludere questa breve analisi, rievocando altri aspetti sul Percorso filogenetico e Unitario della Religione, ricordando l’Ebraismo che ha posto in evidenza nella sua Sacra Scrittura un percorso unitario che va da Adamo a Mosè, con la cesura con la preistoria, mancando i mezzi antropici per riassumerla e tramandarla, pur se l’archeologia ci offre ora degli interessanti indizi. Il Cristianesimo di fatto ha onorato il percorso precedente, divulgando il Vangelo e La Bibbia in un solo Volume o unico Testo Sacro, ma poi, limitandosi, ha celebrato solo Gesù e il Vangelo e ciò ha causato molti problemi con gli Ebrei. L’Islam ha unificato in sé moltissimi popoli barbari o credenti tramite il Corano (dato a Muhammad dall’Arcangelo Gabriele), un Testo che ricorda e onora Adamo e passa ad Abramo, Mosè, Gesù, Muhammad e quindi al Corano Stesso; ma la Umma Islamica pur introducendo il concetto di Gente del Libro non è riuscita a celebrare appieno i Profeti o Messaggeri del Libro con le popolazioni di cristiani ed ebrei, com’è evidente nella nobile voce Coranica.

La Fede bahá’í, tramite Bahá’u’lláh e i Suoi Scritti, pone Tutti i Messaggeri di Dio sullo stesso Trono della Rivelazione divina, e spiega che Tutti Loro avrebbero potuto offrire la Luce del Verbo Divino al sommo grado, ma la questione è stata la capacità recettiva degli uomini, che stentano tuttora a intendere l’Unica Voce di Dio nel corso della storia e superare l’esame d’ammissione al Regno di Dio, processo descrivibile come unica Scuola Divina progressiva. Ecco l’utilità di valutare nel nostro cuore i vari Testi Sacri con la relatività e progressività presente nella didattica presente nell’unica Religione di Dio, perché il percorso della vera civiltà è in funzione dell’umanità e del superamento dei sui limiti, passati, presenti o futuri, nell’imparare a gestire l’armonia spirituale e pratica, partendo dal cuore e dalla volontà delle singole persone. 

All’opposto di noi esseri creati, Dio il Creatore ed Eccelso promotore di tutta l’esistenza e di tutta l’evoluzione umana e materiale, non ha necessità di nulla, ma noi non possiamo fare a meno del Suo aiuto; che ci viene dato tramite tutto ciò che è presente nel grande Libro della Sua creazione, da dove munificamente ricaviamo la scienza; e tramite il grande Libro della Rivelazione, o Sacra scrittura dei Libri avuti fin qui dai Suoi Messaggeri, da dove estraiamo, anche dialogando l’un l’altro, il buon comportarsi e la Religione in comunione. 

La Religione è quindi una comunione che lega l’uomo all’uomo e l’uomo a Dio (meditando sulle Sue note e implicite Virtù o Attributi o Nomi, Attributi molto presenti nelle preghiere bahá’í), altrimenti il credere per credere non avrebbe senso e il nome di Dio sarebbe come un nome vuoto di significato, allorquando un fondamentale Comandamento dato da Dio a Mosè è stato quello di: Non nominare il nome di Dio in-vano, cioè nel vuoto di comprensione, senza quella logica che dona un legame tra Lui e il nostro cuore e la nostra mente, con il Dio Unico per tutti che pian piano ci va civilizzando e quindi amando, se Lo ascoltiamo e idealmente Lo imitiamo.

Ringrazio tutti per la comune presenza a questo corroborante evento, con l’augurio di un concorde e veloce passo avanti, nella civiltà guidata da Dio che ci aspetta, e che sempre aspetterà il susseguirsi delle generazioni se vorranno mantenere uno scopo attivo e felice nella loro vita e prosperare nell’amore e nel rispetto reciproco, e far trovare ai loro figli e a chi li succederà un mondo perennemente migliore.

Gian Attilio Benedetti, rappresentante la Comunità bahá’i vicentina al Convegno interreligioso di Arzignano (VI)


Immagine di copertina

Da sinistra, Gian Attilio Benedetti, religione bahá’i, Faruk Azad – religione musulmana, Andrea Tessarollo – religione cristiana


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